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L’emergenza

Maltempo a Modena, l’allarme di Lapam Confartigianato: «Il rischio idrogeologico è significativo e il cambiamento climatico è già in atto, servono investimenti»


	La Fondovalle
La Fondovalle

Il 13,5% della superficie della provincia è a rischio elevato e molto elevato per le frane: 6,1% per le alluvioni

25 giugno 2024
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MODENA. «Sensibilizzare e investire per prevenire. Questi sono i due aspetti principali su cui bisogna immediatamente intervenire». Il maltempo che sta interessando la provincia in questi giorni impone di accendere nuovamente i riflettori sulla prevenzione e sul rischio idrogeologico a causa di fenomeni atmosferici sempre più estremi.

Il rischio alluvioni e frane
L’ufficio studi Lapam Confartigianato ha elaborato una ricerca proprio sul rischio alluvioni e frane del territorio, da cui emerge che il 41,3% della superficie della provincia di Modena è a rischio medio di alluvione, mentre il 6,1% è a rischio elevato. Ciò significa che il 53,3% della popolazione modenese risiede in aree con una probabilità “media” di eventi alluvionali, mentre il 3,1% in aree a elevata probabilità. Un rischio che, in uno scenario di media gravità, coinvolge 150 mila famiglie modenesi, 71 mila edifici e oltre 26 mila imprese.
Per quanto riguarda gli eventi franosi il 13,5% della superficie di Modena (si tratta in particolare dell’area dell’Appennino) è a rischio elevato e molto elevato. In uno scenario di gravità elevata e molto elevata, il rischio coinvolge oltre 11 mila persone e quasi mille imprese (976 per l’esattezza).

L’analisi
«In Italia – conclude Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –, come evidenziano i dati del nostro ufficio studi, ognuno di noi ha dovuto sborsare in media 1.918 euro come perdite economiche causate da eventi estremi connessi al cambiamento climatico dagli anni '80 ad oggi. La regione Emilia-Romagna investe ogni anno in media 88,81 euro pro capite per l'ambiente, che comprende l'assetto idrogeologico e la conservazione del suolo, la protezione dei beni paesaggistici, le attività forestali e la gestione dei parchi naturali. Il cambiamento climatico è in atto e dobbiamo prevedere fenomeni sempre più violenti. Motivo per cui si deve agire concretamente e in tempi rapidi».