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L’ora dei saldi: da sabato via agli sconti, c’è chi parte subito con ribassi del 50% per far cassa

di Stefano Luppi
L’ora dei saldi: da sabato via agli sconti, c’è chi parte subito con ribassi del 50% per far cassa

I negozi vogliono salvare la stagione colpita da meteo, online e... furbetti

03 luglio 2024
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MODENA. Arrivano i saldi – da sabato, stessa data per tutta Italia a parte il Trentino-Alto Adige, per una durata di sessanta giorni – ma la situazione secondo gli operatori del settore è grave come non mai.
I motivi? Senz’altro economici e di disparità con il mondo dell’acquisto (scontato) online, ma non solo. C’è una colpa “nuova”, la stessa che colpisce il mondo dell’agricoltura, quello turistico montano e delle spiagge: il meteo impazzito che non permette più una corretta programmazione e spesso fa danni. Lo dicono le associazioni di categoria: «A causa della situazione meteorologica che in pratica finora ha impedito ai negozi di vendere abiti e calzature estive – anticipa Marco Pasi, direttore di Confesercenti Emilia Romagna che rappresenta 1300 imprese di commercio al dettaglio da Piacenza a Rimini – per la prima volta molti partiranno con sconti del 50% invece del consueto 30% a crescere. Speriamo in una partenza forte degli acquisti».

Si parte sabato
Opinione condivisa con Federmoda-Confcommercio Emilia Romagna: «Il periodo dei saldi ormai è anacronistico perché ci sono promozioni dappertutto – dice Giammaria Zanzini, presidente regionale Federmoda Confcommercio. L’Emilia Romagna ha una legge, ma è disattesa e i controlli non ci sono: occorre rispettarla, chiedendo agli outlet e centri commerciali di tenere aperto 22 domeniche invece delle attuali 52 annue. Ne va della sopravvivenza dei negozi di prossimità». I saldi dunque vedono una situazione incandescente con le associazioni di categoria che in maniera decisa denunciano una situazione al limite. Anche perché molti aggirano la legge con messaggi via mail, su whatsapp, via Instagram ai clienti affezionati o comunque a quelli che al momento di un acquisto hanno accettato di fornire i propri dati. A guadagnarci, con supersconti fin da subito, saranno i consumatori mentre a farne le spese sono spesso i commercianti. Tale sistema, dicono i principali rappresentanti di categoria, è al collasso e dunque la caccia all’affare da parte del pubblico ha un lato molto negativo. Che riguarda appunto chi vende, sempre più stretto tra piattaforme online, outlet, meteorologia impazzita.

Le previsioni
Previsioni ancora è difficile farne, ma probabilmente in Emilia Romagna si sarà vicini a quanto calcolato dall’ufficio studi di Confcommercio per gli sconti invernali: 1, 5 milioni di famiglie in Emilia Romagna interessate agli acquisti e un budget personale di 140 euro per un giro d’affari di almeno mezzo milione. Il tutto, però, a fronte della chiusura di molte imprese. In Emilia Romagna, calcola Federmoda, tra 2021 e 2024 nel settore del commercio le imprese sono calate da 6937 a 6653 in tre anni (meno 4%) mentre gli occupati sono passati da 23525 a 23976 con un incremento del 4%. Se allunghiamo lo sguardo, però, è buio pesto: tra 2012 e 2023 in regione ha perso oltre 3500 imprese.
«Parlavo di saldi anacronistici – prosegue Giammaria Zanzini di Federmoda – perché in un sistema dove tutti scontano di continuo lo strumento è efficace. Quest’anno in pratica i saldi iniziano in concomitanza con l’estate vera e propria tanto che finora si è venduto pochissimo: in questo modo come fanno i negozianti ad avere il denaro per costituire il magazzino del prossimo inverno? Entro fine anno in Emilia Romagna chiuderanno una trentina di negozi di calzature». Situazione al limite per Zanzini: «Già i saldi invernali sono andati male, con un -4% sia per gennaio che febbraio e ora siamo costretti a partire con la scontistica elevata: sappiate che con capi scontati al 30% un negozio fa fatica ad arrivare al break event. Inoltre occorre mettere fine a chi sconto del 70-90% o ai siti delle marche che sui loro siti scontano del 20% la stessa merce in vendita nei negozi. E se, appunto, gli outlet chiudessero meno di una domenica su due ci sarebbero milioni di potenziali clienti nei centri storici di città e paesi: ricordo che una vetrina aperta è anche utile ai fini della sicurezza».

I clienti
Un aspetto che emerge sempre più da parte dei negozianti per fidelizzare i clienti è il messaggino diretto, la mail, la fidelity card con cui si propongono capi scontati prima dell’avvio ufficiale dei saldi. «È un fenomeno ormai diffuso, un meccanismo di autodifesa – riflette Marco Pasi – e un motivo in più per dire che la legge sui saldi andrebbe ripensata. Eliminarla? La nostra categoria è spezzata in due opinioni opposte, certo ogni paletto che mettiamo penalizza solo la parte fisica a vantaggio degli acquisti digitali che fanno sempre sconti». Da ricordare, conclude Pasi che «lunedì tireremo le somme sul primo weekend di saldi attraverso un nostro panel di imprese». Situazione, come si vede, complicata visto che ormai il mondo dell’acquisto online – e gli outlet – hanno preso il sopravvento, ma per contro i negozi oltre a sfamare milioni di famiglie italiane hanno anche il non secondario effetto di tenere vivi i centri storici che altrimenti divengono sempre più a disposizione per sfilze di tavolini in ogni angolo, per negozi di telefonia, per rivendite di oggettistica che qualcuno chiama «paccottiglia». Le soluzioni? Difficili, anche perché la legge per il commercio in Emilia Romagna c’è, ma secondo i commercianti è disattesa in lungo e in largo. Per ora, almeno per i consumatori, valgono le solite buone pratiche per l’acquisto. l