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La storia

La Ferrari per Ingrid Bergman e il sequestro della Guardia di Finanza

di Giovanni Medici

	La Ferrari 375 MM, Ingrid Bergman e Rossellini
La Ferrari 375 MM, Ingrid Bergman e Rossellini

La 375 MM in versione barchetta – poi modificata in berlinetta dalla carrozzeria modenese Scaglietti – fu acquistata nel 1954 dal regista Roberto Rossellini per 4 milioni di lire come regalo alla moglie: ora vale una fortuna ed è finita al centro di un’inchiesta della Procura di Milano

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MODENA. C’è anche una leggendaria Ferrari tra le quattro vetture d’epoca sequestrate dalla Procura di Milano nei giorni scorsi per irregolarità fiscali. Si tratta della 375 MM del 1954, acquistata da Roberto Rossellini in versione barchetta, modificata poco dopo in versione berlinetta dalla carrozzeria modenese Scaglietti e regalata dal regista alla moglie Ingrid Bergman. Un esemplare unico, dal valore di molti milioni di euro, e che nel 2014 si è aggiudicato il premio Best of Show al Pebble Beach Concours d’Elegance in California, il più prestigioso evento mondiale dedicato alle auto d’epoca.

L’inchiesta a Milano

La vettura, insieme ad altre tre auto di grande valore storico tra cui un’Alfa Romeo 8C 2900 Berlinetta, è stata posta sotto sequestro nell’ambito di un’inchiesta del pm milanese Giovanni Tarzia e della Guardia di Finanza, che vede coinvolti a vario titolo avvocati, commercialisti, venditori, titolari di agenzia di pratiche auto, dipendenti della Motorizzazione Civile e dell’Agenzia delle Entrate.

L’acquisto di Rossellini

Questa Ferrari era stata acquistata dal regista per 4 milioni di lire nell’agosto del 1954, rossa e con carrozzeria barchetta. Rossellini con essa partecipò alla Kanonloppet del 3 ottobre in Svezia con il numero 43 ma non riuscì a terminare la gara. La riportò poi a Modena dopo un incidente che aveva danneggiato seriamente il frontale, a causa dell’urto contro un albero, alla Scaglietti. Fu questa l’occasione per il carrozziere modenese di ideare una nuova veste per la 0402 AM (questo il suo numero di telaio), con una serie d’innovazioni e una verniciatura argento che fecero di questo esemplare un modello assolutamente unico. Il suo colore venne denominato Grigio Ingrid, in onore dell’attrice svedese. Consegnata da Scaglietti in persona al regista una mattina davanti all’Hotel Fini, immatricolata con la targa Roma, doveva essere per Rossellini un regalo per la moglie, che non amava le vetture sportive e non voleva che lui corresse.

I successivi proprietari

L’auto venne poi venduta da Rossellini ad un giovane palermitano (per 300 mila lire!), poi arrivò a Napoli, da qui in Francia e cambiò colore, divenne verde. Jon Shirley, ex vicepresidente di Microsoft, ne divenne proprietario molti anni dopo e la fece infine restaurare (tre anni di lavoro): la 375 MM Ingrid Bergman divenne il modello per la 612 Scaglietti, che la Ferrari mise in produzione nel nuovo millennio, in onore del maestro. Che, va detto, poteva contare a Modena su una schiera di battilastra abilissimi, guidati da Giancarlo Guerra.

I clienti di Ferrari e Scaglietti

Rossellini era un cliente molto importante per la casa di Maranello: comprò una 166 Inter, poi una 212 export nel 1952, regalo di matrimonio per la Bergman e a bordo della quale la coppia fece il viaggio di nozze fino in Svezia, e altre cinque bolidi del Cavallino rampante. In via Monte Kosica a metà degli anni Cinquanta capitava che i clienti più importanti di Enzo Ferrari arrivassero da Scaglietti a controllare come procedessero i lavori sulle carrozzerie delle vetture che avevano chiesto di modificare. Anche la Bergman? In un capannoncino non troppo illuminato, tra uomini con le mani sporche, l’attrice svedese sarebbe stata una visione per chi finora l’aveva vista solo sul grande schermo. Il premio Oscar Ernest Borgnine litigò con la moglie ad esempio davanti a Scaglietti in merito al modello da comprare, perché a lei ne piaceva uno che si intonava al suo cincillà. Al Re Baldovino del Belgio, che voleva l’alzacristalli elettrico sulla sua Ferrari, Scaglietti rispose invece in dialetto che non poteva metterlo, perché non ci stava nella portiera…

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