Un altro studente picchiato: calci e pugni fuori dalla scuola
Il giovane è stato aggredito al Polo Leonardo al termine delle lezioni: «Mio figlio è tornato a casa terrorizzato e pieno di lividi, mi ha detto di non conoscere i ragazzi che lo hanno pestato»
MODENA. «Mamma, mi sono tenuto tutto il giorno questo segreto perché non volevo farti preoccupare. Ma mentre facevo la cartella per domani, non riuscivo a smettere di pensare alle mani di quei ragazzini addosso a me, ed ero più spaventato all’idea di rivederli domani all’uscita da scuola piuttosto che riferirtelo. E quindi ecco qui». Poi, togliendosi i vestiti, ha mostrato i lividi sulle gambe e sulle caviglie. Quelle parole e quei segni hanno travolto la madre come un macigno: suo figlio era stato aggredito al Polo Leonardo qualche ora prima mentre aspettava l’autobus per casa. «Erano mesi che ero allarmata, con tutto quello che si sentiva sui giornali – confessa la madre –. Gli dicevo sempre di riferirmi i suoi spostamenti non appena entrava e usciva dalle mura scolastiche. Purtroppo non è bastato, ed è capitato. Anche a mio figlio».
L’aggressione
L’episodio si è consumato tra le 12 e le 12.15, appena fuori dall’istituto che frequenta la vittima, uno studente minorenne. Tutto è iniziato quando un ragazzo un po’ più grande di lui gli ha messo il braccio dietro le spalle. Gli ha chiesto come stesse, parlando con tono bonario, ma con l’intento di prenderlo in giro. E, nel frattempo, toccava il suo zaino, la sua giacca, i suoi capelli. Quando la vittima lo ha respinto e gli ha detto di smetterla, l’aggressore ha chiamato tre amici. In un attimo si è ritrovato accerchiato da quattro ragazzi e, senza rendersene conto, sono iniziati i pugni e i calci alle gambe, che lo hanno buttato inevitabilmente a terra. «Mio figlio a casa ha riferito che questi ragazzi non avevano un accento italiano e che erano poco più grandi di lui – prosegue la madre –. Lui non li conosceva, e mi ha confermato che di sicuro non frequentano la sua scuola. Attorno, altri ragazzini hanno assistito alla scena, ma erano troppo impauriti per intervenire». Una violenza gratuita, dove si picchia per il gusto di farlo. L’ennesimo. «La sua linea era in ritardo – continua – ma fortunatamente l’autobus è arrivato appena in tempo, permettendogli di salire e mettersi in salvo prima che la situazione degenerasse ulteriormente. Ma cosa sarebbe successo se il mezzo non fosse arrivato? – incalza – Neanche a scuola sono sicuri i nostri figli. Io, da donna che lavora, mando mio figlio a scuola con i mezzi pubblici e penso che sia al sicuro. Poi arrivo a casa e scopro che non è così».
I precedenti
E questo non è certo il primo caso: «Sono mesi che si parla della sicurezza al Polo Leonardo, ma intanto i ragazzini continuano a essere aggrediti. Non ci sono le condizioni per stare tranquilli. È ora di dire basta per davvero, perché non possiamo tollerare che i nostri figli vivano nel terrore. Qualcuno deve intervenire: è ora che ci sia più presidio, a tutte le ore e non solo nelle fasce orarie in cui si entra e si esce regolarmente. Ci sono le entrate e le uscite anticipate, come nel caso di mio figlio durante questa aggressione, che stava uscendo un’ora prima a causa dell’assenza di una professoressa». Ora il ragazzo ha paura di tornare a scuola coi mezzi pubblici. Per fortuna, il padre, grazie a orari di lavoro più flessibili, potrà accompagnarlo e andarlo a riprendere finché non si sentirà di nuovo al sicuro. Ma la madre, che ieri ha presentato regolare denuncia ai carabinieri, non può fare altro che chiedersi cosa sarebbe successo se questa possibilità non ci fosse stata: «Se fosse successo al figlio di una coppia che deve timbrare il cartellino ogni giorno, come avrebbe fatto? Non posso nemmeno pensare che in una città di provincia come Modena io non possa mandare mio figlio a scuola senza temere per la sua incolumità», conclude la madre. I lividi sulle gambe pian piano sbiadiranno. Ma rimarrà sempre il ricordo di quelle mani addosso e della paura provata. Un fatto che può segnare un adolescente al punto da non riuscire più a prendere un autobus o a percorrere da solo un tratto di strada.