In piazza Roma ha chiuso Oreste dopo più di 60 anni, portati via anche gli arredi: «Una ferita al cuore»
Ai gestori dello storico ristorante è stato intimato lo sfratto esecutivo per morosità. L’ex titolare Walter Cantoni, figlio di Guerrino: «Purtroppo ho capito di aver ceduto alle persone sbagliate, adesso la nostra famiglia e l’intera città ne pagano le tristi conseguenze»
MODENA. Oreste, storico ristorante di piazza Roma, chiude per sempre. Agli attuali gestori del ristorante, la società Oreste Srl, è stato intimato uno sfratto esecutivo a causa di una situazione di grave morosità riguardo al pagamento dell’affitto del locale che si protraeva ormai da lungo tempo.
Un fulmine a ciel sereno
Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno in città, tanto che sono stati molti i modenesi che, increduli, hanno commentato sui social il dispiacere nel vedere uno dei ristoranti più rinomati e storici della città chiudere i battenti improvvisamente. Un dispiacere intenso per Walter e Maria Rosaria Cantoni, rispettivamente ex titolare del ristorante e proprietaria dell’immobile, figli di Guerrino Cantoni, colui che a Oreste diede la vita, aprendolo, con lo stesso nome del suo precedente locale in via Torre, il 17 dicembre del 1959. Cantoni, grazie alla sua passione, dedizione e cura, rese il ristorante all’ombra di palazzo Ducale uno dei locali più prestigiosi e rinomati della città, meta di ospiti illustri e di grandi artisti in città per calcare i palcoscenici del Comunale e dello Storchi.
La storia
«È una ferita che arriva dritta al cuore quella di vedere il nostro ristorante di famiglia finire così, evidentemente per una malagestione – sussurra Walter, che fino a 5 anni fa gestiva in prima persona il locale – Oreste non ha mai conosciuto crisi. Iniziai a lavorarci dentro con mio padre e da lui ereditai la sua accurata e accorta gestione che mi ha insegnato a non fare mai il passo più lungo della gamba. La qualità era il nostro cavallo di battaglia e comprendeva ogni aspetto: dalla scelta di ingredienti di eccellenza a quella di fare tutto a mano, a partire dalla sfoglia che ogni giorno si impastava a mano e si tirava con il matterello, senza mai usare una impastatrice. Alcuni nostri piatti erano diventati una particolarità della nostra città, come la “coppa Oreste”, un dolce sublime, al quale nessuno sapeva rinunciare. Purtroppo, con il senno di poi, ho capito di aver ceduto la gestione dell’attività alle persone sbagliate a causa anche di pessimi consiglieri e adesso, sia noi come famiglia, che l’intera città, ne paga le tristi conseguenze».
La decisione
Nel ricevere lo sfratto esecutivo, gli attuali gestori del ristorante hanno completamente svuotato tutto il locale da ogni tipo di arredo (Oreste in città era famoso anche per arredi di design di grande valore e opere d’arte di prestigio che Guerino aveva acquistato affidandosi ai consigli di rinomati architetti). Ora la famiglia si è già rivolta a un legale, con l’obiettivo di verificare se la società fosse effettivamente autorizzata a compiere questa operazione. E mentre l’intero immobile veniva svuotato nei giorni scorsi, desolate sono state le parole che Maria Rosaria ha affidato a Facebook in un post pubblico: «Mi dispiace babbo, più di così non sono riuscita a fare, a difendere, a credere. Stanno portando via tutto. Per fortuna non vedi tutto questo. Mi dispiace tanto, ma sono certa che tu mi avresti costretta a mollare prima, eri molto meno empatico di me e vedevi avanti. Vorrei vedere avanti anche io ma faccio molta fatica e mi si stringe il cuore».