Ricerche di Daniela Ruggi: sequestrato il cartone nel fienile con la scritta “roba di Daniela”
Sviluppi sul caso della giovane scomparsa da Vitriola di Montefiorino: analisi sui vestiti all’interno dello scatolone trovato da Alessandro Politi, inviato della trasmissione di Rai 1 “Storie Italiane”
MONTEFIORINO. È stato sequestrato dai carabinieri il misterioso scatolone trovato nel vecchio fienile sotto casa di Daniela Ruggi. È risultato infatti che non era presente durante i sopralluoghi effettuati dai militari in precedenza. E adesso c’è l’urgenza di analizzare il contenuto, così come la sua incredibile scritta. Un passo indietro per capire bene la vicenda.
Il ritrovamento
Era il 17 marzo quando “Storie Italiane”, il programma condotto su Rai 1 da Eleonora Daniele, durante l’accesso al fienile con l’inviato Alessandro Politi assieme al disordine presente lì all’interno filmava la presenza di uno scatolone con una scritta spiazzante: “Roba Daniela. Non aprire”. Sul momento si pensò a oggetti lasciati dalla ragazza e giudicati non di interesse dagli investigatori. Non era così. Lo scatolone non c’era prima: qualcuno lo aveva portato dopo l’ultimo sopralluogo dei carabinieri, effettuato il 14 febbraio. E qui si apre tutto uno scenario: chi e perché? E con quale contenuto? Lo scatolone c’entra con l’attività dei finti carabinieri che il 17 febbraio dicevano di aver trovato altri oggetti di Daniela nel fienile? Sembrerebbe improbabile, perché loro gli oggetti rinvenuti li avevano consegnati ai carabinieri. Dunque chi? E perché quella scritta? È un altro enigma, nella storia della 31enne scomparsa da Vitriola a settembre che è già tutta piena di misteri.
Il sequestro e le analisi
Appreso della presenza di questo singolare scatolone, i carabinieri ne hanno subito disposto il sequestro, con le analisi conseguenti. Sugli sviluppi vige ovviamente il riserbo investigativo, si sa solo che lo scatolone conteneva dei vestiti da donna, apparentemente della taglia di Daniela. La prima domanda a cui gli inquirenti dovranno rispondere è ovviamente se sono effettivamente suoi o se sono di un’altra donna. Sono stati probabilmente già sottoposti all’attenzione dei famigliari per un eventuale riconoscimento. Ma è probabile che vengano disposti anche test scientifici, a partire dal Dna, per avere la certezza, o meno, che fossero suoi.
Se l’esito è positivo, e sono proprio vestiti di Daniela, c’è da capire chi mai può averli portati nel fienile, e perché li ha conservati tutto questo tempo. Non si tratta certo di abiti presenti in casa della ragazza, a Vitriola, perché resta sotto sequestro e vi possono accedere solo gli inquirenti. «L’unica cosa che posso dire con certezza è che Lanza stavolta non c’entra nulla con questi indumenti» precisa subito l’avvocato Fausto Gianelli, che difende il 67enne di Polinago finito al centro dei riflettori dopo aver mostrato in diretta tv il 5 dicembre a Pomeriggio Cinque della biancheria di Daniela che conservava in macchina. «Attendiamo gli sviluppi delle indagini: sicuramente sarà interessante capire come quegli abiti sono finiti lì, e il perché di quella scritta così evidente».
È proprio la scritta infatti l’altro particolare interessante della storia. Chi ha messo il cartone l’ha collocata in bella vista perché voleva che fosse notata, così come l’indicazione “non aprire” che ovviamente, visto tutto il mistero che circonda la vicenda di Daniela, sortisce l’effetto opposto spingendo con curiosità ad aprire e cercare di capire cosa sia finito lì, e perché. È possibile che sulla scritta venga effettuata una perizia calligrafica per risalire all’autore, che potrebbe avere cose interessanti da raccontare su Daniela. Certo, si tratta di stampatello, ed è molto più difficile ricondurlo a un autore. Ma intanto si potrebbe capire se la mano è di un uomo o di una donna, come potrebbero suggerire le forme arrotondate della D e della B. La mano di Daniela stessa? E a chi avrebbe dato da conservare quelle cose?