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L’intervento

L’allarme: «Il “buco” dell’Inps colpisce pensionati anche in Emilia Romagna»


	Il sindacato Spi Cgil lancia l'allarme
Il sindacato Spi Cgil lancia l'allarme

Spi-Cgil Emilia-Romagna: «Il peso sarà ancora una volta a carico del lavoro dipendente e dei pensionati, cioè a carico di coloro che pagano regolarmente le tasse»

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«Saranno ancora una volta pensionati e lavoratori dipendenti, anche emiliano-romagnoli, a pagare i conti in rosso che si sono creati con la rottamazione contributiva decisa dal Governo Meloni». È questo l’allarme lanciato da Enzo Santolini, segretario generale Spi-Cgil Emilia-Romagna, la categoria sindacale che raccoglie il maggior numero di pensionate e pensionati della nostra regione.

Di cosa si tratta
Il Consiglio d’Indirizzo e Vigilanza dell’Inps nei giorni scorsi ha evidenziato che 6,6 miliardi di oneri a favore delle aziende ricadranno in futuro sulla gestione dei lavoratori dipendenti per i quali vige l’automaticità delle prestazioni con i relativi interventi a carico della fiscalità generale.

L’Inps ha negato l’esistenza di un “buco” nei suoi conti facendo riferimento alla “compensazione integrale tramite il Fondo di svalutazione crediti”, alle “stime conservative sull’esigibilità nella “pianificazione finanziaria” e alla “minimalità degli impatti” vista “la marginalità delle somme coinvolte”.

Il sindacato

La Cgil e lo Spi hanno sottolineato che la chiarezza sulle risorse è condizione imprescindibile. «Parlare di fiscalità generale e di 6,6 miliardi come evidenzia il CIV - aggiunge Enzo Santolini - significa una cosa precisa: il peso sarà ancora una volta a carico del lavoro dipendente e dei pensionati, cioè a carico di coloro che pagano regolarmente le tasse. O si crea un buco per il sistema previdenziale per cui verranno a mancare risorse per i pagamenti delle pensioni oppure quelle risorse verranno messe dal fisco. Per quanto riguarda i pensionati ancora una volta si insiste su una categoria che tutti considerano categoria fragile e si vanno a moltiplicare gli interventi che penalizzano le condizioni dei pensionati a partire dall’adeguamento all’aspettativa di vita che dal 2027 rimanderà di tre mesi la possibilità di andare in pensione.

Si continua poi a tagliare la rivalutazione delle pensioni che tra il 2022 e il 2024 ha voluto dire 7 miliardi di euro sottratti ai pensionati. È ora di dire basta a questa politica - conclude Santolini - e di rilanciare la piattaforma unitaria dei sindacati pensionati per spingere il Governo a un vero negoziato con le parti sociali».