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Il lutto

Morto a 19 anni Mouad Khachchane: giovane talento del calcio, ex Modena, stroncato dalla malattia

di Gabriele Farina
Morto a 19 anni Mouad Khachchane: giovane talento del calcio, ex Modena, stroncato dalla malattia

“Momo” ha giocato anche nelle giovanili del Modena, ora era un difensore centrale della Virtus Castelfranco. Il vicepresidente Trebbi: «Ragazzo stupendo, un trascinatore»

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CASTELFRANCO. L’entusiasmo, il sorriso, l’impegno in campo e tra i banchi. Mouad Khachchane lascia un solco nei cuori di chi l’ha conosciuto e gli ha voluto bene.

Aveva 19 anni ed è morto per una malattia che l’ha costretto a stare lontano dal campo all’apice della carriera. Giocava a calcio, era un difensore centrale e ha vestito le maglie della Virtus Castelfranco e del Modena

Il calcio 

«Mouad era un ragazzo stupendo – ha detto Claudio Trebbi, vicepresidente e responsabile del settore giovanile biancogiallo – Ha giocato per un paio di anni con le giovanili del Modena. Da noi è arrivato con i Juniores regionale e si allenava con la squadra in Eccellenza».

Nella stagione 2023-2024 Mouad ha centrato l’obiettivo di aggregarsi nella rosa della prima squadra. Il 5 gennaio di due anni fa ha calcato il terreno dello Zelocchi in un derby dal sapore particolare per lui, giocatore della Virtus cresciuto anche con i colori gialloblù.

Mouad ha affrontato l’attacco del Modena di Attilio Tesser (che chiuse decimo in Serie B) con la maglia rossa della Virtus, poi quarta nel girone A di Eccellenza.

A guidare i biancogialli c’era Mirko Fontana, oggi tecnico del Terre di Castelli. «Era un giocatore splendido – ha riconosciuto Fontana – L’ho portato in prima squadra e ha fatto con noi quasi tutto l’anno dalla preparazione. Aveva debuttato in un paio di amichevoli: era molto serio e professionale, avrebbe potuto avere un gran futuro davanti a sé».

Il vicepresidente biancogiallo condivide il dolore con il tecnico e concorda sulla prospettiva di crescita da giocatore e da uomo. «Gli volevamo tutti bene – ha ripreso Trebbi – ed è un dispiacere enorme per tutti noi. Era un esempio: aveva sempre una parola per tutti sia se si vinceva sia se si perdeva. Era un ottimo trascinatore, pieno di entusiasmo e di voglia di emergere anche nel calcio».

La scuola

Il giovane brillava non solo nello sport. S’è diplomato all’istituto paritario Dante Alighieri di Modena e i professori ne hanno condiviso soddisfatti la crescita.

«Mouad era una persona molto tranquilla e molto riservata soprattutto nei primi due anni – hanno ricordato a una voce gli insegnanti – poi al terzo anno è diventato molto più socievole e allegro. Faceva spesso battute, tanto che i compagni gli dicevano: “Ehi, Momo ha iniziato a parlare”. Abbiamo vissuto tanti bei momenti insieme: era una classe molto unita».

La forza che i gialloblù e biancogialli hanno osservato per anni in campo emergeva in classe nei momenti felici come nelle difficoltà. «Soprattutto nella fase finale della scuola Mouad è diventato una persona molto forte – hanno ripreso gli insegnanti – Ha creduto nell’esame di Stato come la famiglia, facendo il suo compito con forza e buona volontà».

I professori si sono uniti al dolore dei familiari. «È una famiglia piena di fede, che riesce a trasmetterti pace anche in momenti così difficili», hanno concluso.

«Momo, il tuo spirito giovane e la tua energia contagiosa saranno per sempre una parte di noi», ha scritto sui social la scuola diretta dal preside Enrico Simonini.

L’omaggio

La squadra osserverà un minuto di silenzio prima della sfida di Olympius Cup, il torneo di calcio scolastico, con il Tassoni. «In campo e fuori, il suo ricordo continuerà a vivere», hanno scritto gli organizzatori, unendosi al dolore della famiglia. Un messaggio di cordoglio è arrivato anche dalla Virtus Castelfranco. «Mouad era un ragazzo pieno di talento, passione e umanità – si legge nel post della società – La sua perdita lascia un vuoto immenso non solo nel mondo dello sport, ma nel cuore di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo».

Il vicepresidente biancogiallo non ha dubbi sul contributo che avrebbe dato ancora in campo e negli spogliatoi. «Avrebbe dovuto esordire nella stagione 2023-2024, poi ha avuto un calo – si è rammaricato Trebbi – soltanto in seguito abbiamo imparato la causa».

Il motivo è la malattia che lo ha sottratto all’amore dei familiari, degli amici e dei cari. «Sono ancora sconvolto – ha ripreso Fontana – Purtroppo, non poteva guarire».

Il tecnico ha ricordato un soprannome con cui era conosciuto Mouad. «Il suo cognome è particolare e quindi il nostro preparatore atletico una volta l’ha chiamato Mahmood come il cantante – ha aggiunto Fontana – Lui l’ha presa a ridere e allora è diventato Mahmood per tutti».

Alla forza fisica Mouad combinava l’umiltà di chi ha il desiderio e la pazienza di imparare. «Come tutti i giovani che arriva in prima squadra sapeva stare al suo posto», ha concluso Fontana.