Ogni giorno da Modena a Mantova per portare Tommaso al centro diurno: «Grazie angeli della Croce Rossa»
Dal lunedì al venerdì i volontari lo accompagnano da casa a Curtatone, in provincia di Mantova, dove si trova la Casa del Sole Onlus: una «scuola speciale» dove si accolgono bambini e ragazzi con disabilità gravi
MODENA. «Non è un semplice tragitto, è un viaggio», a cui Tommaso partecipa con gioia, ascoltando le canzoni che gli operatori della Croce Rossa, conoscendo il suo amore per la musica, lasciano risuonare nell’abitacolo del pulmino. E così, grazie a loro, i chilometri che lo separano dalla Casa del Sole Onlus, «una scuola speciale» dove si accolgono bambini e ragazzi con disabilità gravi dai 3 ai 18 anni, non sono più un ostacolo. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, 11 mesi all’anno, i volontari della Croce Rossa lo accompagnano a Curtatone, in provincia di Mantova, trasformando il tempo impiegato negli spostamenti in «un momento sereno, a volte anche divertente».
Il viaggio
Il racconto dei genitori di Tommaso Banfi, inizia con il ricordo del sorriso del figlio e della sua contentezza quando lo salutano prima che il pulmino parta verso la Casa del Sole, come avviene da quasi tre anni. Con piccoli gesti concreti, conoscendone «i nomi, le abitudini, le paure e le risate», gli operatori della Croce Rossa si dedicano affettuosamente a lui e agli altri tre compagni di viaggio che, da Modena e dalla sua provincia, la mattina presto riempiono i posti disponibili e vivono insieme queste occasioni di socialità. Affezionandosi a loro in modo spontaneo, non sono «solo autisti» e persone che stanno «semplicemente “facendo il loro dovere”, ma scelgono ogni giorno di esserci, con gentilezza e costanza», racconta Alessia Rovatti, mamma del ragazzo.
La gratitudine della famiglia
«È un piccolo grande viaggio che gli permette di vivere una giornata piena, di imparare, crescere, stare con altri bambini, sentirsi parte del mondo», continua. E soprattutto, «non è solo trasporto. È presenza. È umanità. È una mano tesa quando noi genitori, caregiver a tempo pieno, ci troviamo a dover fare i conti con l’invisibilità, la stanchezza, la solitudine». «Purtroppo, a volte si tende a non considerare l'esistenza di tante situazioni familiari complicate», aggiunge Andrea Banfi, papà di Tommaso, che ha raccontato l’esperienza della loro famiglia sabato 10 maggio, in occasione della settimana di festeggiamenti per la Giornata Mondiale della Croce Rossa.
Un punto di riferimento
Il servizio di trasporto è fondamentale anche per la sua funzione sociale ed emotiva: «contribuisce a sottrarre dal loro stato di invisibilità i ragazzi che, altrimenti, sono un po’ emarginati e, a volte, visti come un peso». Ricevere un aiuto della Croce Rossa significa poter permettere ai giovani «con bisogni speciali di sentirsi parte della società» e di poter fare le stesse attività dei loro coetanei, «come frequentare la scuola, socializzare con i compagni ed andare in gita». Per il padre Andrea, di grande aiuto è anche il senso di tranquillità donato indirettamente ai genitori, consapevoli che il proprio figlio è in buone mani, circondato da persone che cercano di portare nelle vite dei ragazzi la bellezza della normalità: viene fornito agli adulti un sollievo «in termini di fatiche fisiche e psichiche». «Chi vive accanto a un figlio con disabilità lo sa: il tempo non si ferma mai», conclude la mamma di Tommaso. «Le giornate sono fatte di attese, terapie, fragilità, ma anche di gioie piccole e infinite». Per questo la Croce Rossa è «un pezzo di rete che ci sostiene quando il carico è troppo grande».