730, quando arriva il rimborso: ecco come averlo più in fretta
A luglio per chi fa la denuncia entro maggio, dopo si slitta ai mesi successivi
Dal 15 maggio è iniziata ufficialmente la stagione del modello 730. Per milioni di lavoratori dipendenti e pensionati italiani, è arrivato il momento di mettere mano alla dichiarazione dei redditi. Un appuntamento che può sembrare tecnico e noioso, ma che – se affrontato con un po’ di attenzione – può trasformarsi in un’occasione utile per risparmiare, regolarizzare la propria posizione fiscale o ricevere qualche rimborso in tempi brevi. In linea di massima chi invia il modello 730 entro il 31 maggio avrà il rimborso Irpef nella busta paga di luglio (per i pensionati invece si potrebbe dover aspettare fino ad agosto o settembre); chi invia il modello 730 tra il 1° e il 20 giugno avrà il conguaglio Irpef nella busta paga di agosto; chi invia il modello 730 tra fine giugno e il 15 luglio avrà il rimborso Irpef nella busta paga di settembre; chi invia il modello tra fine luglio e il 31 agosto avrà il conguaglio Irpef nella busta paga di ottobre; chi invia il modello 730 entro il 30 settembre potrebbe avere il rimborso Irpef nella busta paga di novembre.
Come muoversi
Il modello 730 ha un grande vantaggio: è pensato per semplificare la vita di chi ha un datore di lavoro o un ente pensionistico. L’Agenzia delle Entrate precompila buona parte dei dati, a partire dai redditi certificati fino ad alcune spese sostenute durante l’anno precedente. Chi deve solo confermare i dati può cavarsela in pochi minuti. Ma il consiglio è sempre quello di controllare: meglio prendersi il tempo di verificare che tutto sia corretto, soprattutto se si sono sostenute spese detraibili come visite mediche, rette scolastiche o canoni di affitto. Quest’anno, inoltre, ci sono alcune novità che meritano attenzione. Una su tutte: la riforma dell’Irpef.
Cambiano le aliquote
Le aliquote sono passate da quattro a tre. Ora il 23% si applica sui redditi fino a 28.000 euro, il 35% da 28.001 a 50.000, e il 43% oltre questa soglia. Per molti contribuenti si tratta di un vantaggio, anche se contenuto. Ma attenzione: le detrazioni fiscali, per chi guadagna più di 50.000 euro, diventano più difficili da ottenere. A parte quelle sanitarie, infatti, saranno riconosciute solo se superano i 260 euro complessivi.
Novità sugli affitti
Ci sono anche cambiamenti sul fronte degli affitti brevi, molto diffusi soprattutto nelle città turistiche. La cedolare secca, il regime fiscale agevolato, resta al 21%, ma solo per il primo immobile affittato con questa formula. Dal secondo in poi, sale al 26%, rendendo l’operazione meno conveniente. E per chi ha approfittato del bonus mobili per arredare casa, c’è una stretta ulteriore: il tetto massimo su cui calcolare la detrazione è sceso a 5.000 euro.
Assegno unico
Un’altra domanda molto diffusa riguarda l’assegno unico universale, il contributo mensile per i figli a carico che ha sostituito detrazioni e assegni familiari. Molti genitori si chiedono se debbano indicarlo nel 730. La risposta è no. L’assegno unico, infatti, non è soggetto a tassazione e non deve essere inserito nella dichiarazione. L’importo erogato viene riportato nella Certificazione Unica dell’Inps, ma è a scopo puramente informativo. E a questo punto, viene spontaneo chiedersi: quando conviene fare il 730? In linea di massima, chi ha una situazione reddituale semplice – un solo lavoro, spese ordinarie, un po’ di detrazioni – può procedere già ora. Anzi, prima si invia la dichiarazione, prima arriva il rimborso: in alcuni casi, anche già con lo stipendio di giugno. Secondo quanto riferiscono nei patronati il 70% dei contribuenti cerca di fare il 730 il prima possibile, per avere il rimborso già a luglio. Il consiglio è non aspettare l’ultimo momento, sempre meglio muoversi in anticipo.
Chi invece ha cambiato datore di lavoro, ha più certificazioni, oppure ha redditi da locazione o spese complesse, farebbe bene a prendersi qualche settimana per ricostruire tutto con calma.
Chi ha un mutuo
In questi casi, l’assistenza di un Caf o di un commercialista può evitare errori e ritardi. In casi del genere è utile farsi assistere da un centro specializzato soprattutto quando ci sono situazioni più complesse, così da sciogliere eventuali dubbi. In queste settimane tutti i patronati dei sindacati e delle varie associazioni hanno mobilitato il personale per favorire una rapida assistenza. Anche se il 730 precompilato è sempre più ricco di dati, resta importante controllare alcune voci con attenzione. Le spese sanitarie, ad esempio, devono essere tracciabili: i farmaci, le visite specialistiche, gli esami di laboratorio devono risultare pagati con mezzi elettronici. Lo stesso vale per le spese scolastiche: rette, mensa e perfino le gite, se documentate, possono dare diritto a una detrazione. Se si vive in affitto, bisogna verificare che il contratto sia stato registrato e che il beneficio fiscale compaia tra i dati preinseriti. Chi ha un mutuo per la prima casa, poi, deve controllare che siano indicati correttamente gli interessi passivi pagati, mentre i contributi versati a casse previdenziali o fondi pensione vanno segnalati se non risultano già inclusi. In definitiva, il consiglio è semplice: meglio non ridursi all’ultimo. Il 730 non è solo un obbligo fiscale, ma può diventare anche un’opportunità. Un controllo accurato, qualche ricevuta ben conservata, e la possibilità concreta di vedersi accreditare qualche centinaio di euro direttamente in busta paga. In tempi come questi, non è poco.