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Gastronomia

“Cunza - piccolo ristoro emiliano”, la cucina modenese alla conquista di Milano

di Giovanni Medici

	Emanuele Simonini, titolare di "Cunza"
Emanuele Simonini, titolare di "Cunza"

L’iniziativa di Emanuele Simonini, 54enne di Castelfranco che nel 2019 ha aperto un ristorante all’interno dello storico mercato comunale coperto di viale Monza 54, non lontano dallo Zelig: «Ero avvocato, ho capito di preferire la ristorazione». A settembre aprirà un altro locale nel quartiere Isola

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MILANO. Avvocato per dieci anni, con la passione della recitazione teatrale (ma ha girato anche spot pubblicitari e recentemente ha preso parte ad un film di Placido, a una puntata dell’Ispettore Coliandro e al Diabolik dei Fratelli Manetti), Emanuele Simonini, classe 1971, modenese di Castelfranco, si dedica stabilmente alla ristorazione a Milano ormai da cinque anni. È infatti titolare dal dicembre 2019 di un ristorante che si trova all’interno dello storico mercato comunale coperto di viale Monza 54, non lontano da dove ha sede lo Zelig: la sua “creatura” si chiama “Cunza-piccolo ristoro emiliano”.

Specialità emiliane da gustare

Sono le specialità della nostra regione a farla da padrone a pranzo e a cena, servite ai tavoli, disposti lungo i corridoi del mercato: ragù alla bolognese (quello vero), brodo di cappone, tortellini, lasagne vecchia maniera, costine, sono solo alcuni dei piatti tipici che si possono degustare al Cunza. Per i vegetariani ci sono polpettine di ceci con il parmigiano. Non manca ovviamente la possibilità di accompagnare i piatti con l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, preparato dal padre di Emanuele Simonini ed invecchiato per 25 anni.

Facendo un inciso, la “cunza” è un condimento tipico della nostra zona, fatto di lardo, rosmarino ed aglio. Il pesto modenese, unito a una spolverata di Parmigiano, viene utilizzato essenzialmente per la farcitura delle crescentine (o tigelle, vexata questio), nonché dei borlenghi, anche se la composizione tradizionale è leggermente diversa nei due casi. «Le tigelle non le compriamo surgelate, ci occupiamo noi artigianalmente dall’impasto alla stesura, al taglio, alla cottura sulle piastre di pietra refrattaria... Proponiamo anche la sbrisolona e la torta tipo Barozzi. Stiamo imparando anche a fare gli “sfoglini”, per produrre internamente la pasta fresca – sottolinea Simonini –. Non ho frequentato scuole di ristorazione, ho rubato i segreti di mia madre, ho seguito dei corsi: e comunque assieme alle proposte tradizionali emiliane nel nostro menu si trovano anche piatti di cucina molecolare e che utilizzano la cottura sottovuoto a basse temperature».

Un nuovo ristorante in arrivo
«A settembre – spiega Simonini – aprirò al quartiere Isola un secondo Cunza, con un socio. Mi sono trasferito a Milano per lavoro, ero un avvocato specializzato in Diritto del turismo ed aeronautico, poi ad un certo punto ho capito che ero più interessato a fare il ristoratore e così ho aperto questa attività. Purtroppo due mesi prima della pandemia».
La cucina della Cunza, attività associata a Lapam, piace ai milanesi e comunque a chi frequenta la struttura di viale Monza, in un quartiere di Milano, NoLo (Nord Loreto), che è diventato di tendenza negli ultimi anni. È una zona da un lato tranquilla, con dei palazzi caratteristici e tanto verde, grazie anche alla vicinanza della Martesana e del Parco Trotter. D’altro canto offre un’ampia scelta di locali che valgono la pena di una visita.
«È bello vedere tante persone che apprezzano le nostre proposte gastronomiche. Ciò mi dà grande soddisfazione. Qui si siedono persone di ogni dove, soprattutto quando a Milano ci sono gli appuntamenti periodici legati alla Moda o al Design. Non siamo ancora strutturati – conclude Simonini, che rintracciamo al telefono nel giorno di chiusura del ristorante – invece per l’e-commerce, ma ci stiamo pensando». 

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