L’ex arbitro Marelli: «L’espulsione di Defrel in Cosenza-Modena? Non c’è, ma il Var ha le mani legate»
L’ex direttore di gara e opinionista televisivo analizza per la Gazzetta l’episodio chiave della gara terminata 1-1 allo stadio San Vito-Marulla
MODENA. Una gara iniziata bene e terminata nel peggiore dei modi. Così si può riassumere l’1-1 di Cosenza per l’attaccante del Modena Gregoire Defrel, autore dell’assist per il momentaneo vantaggio firmato da Cotali e poi protagonista negativo con un clamoroso errore, di fatto a porta vuota (il più grave della sua serata) che ha fatto da preludio all’espulsione diretta al quarto d’ora della ripresa.
L’episodio chiave
L’intervento su Kouan in mezzo al campo è stato particolarmente eclatante nella sua dinamica, tanto che l’arbitro Collu non ha avuto esitazione nell’estrarre immediatamente il cartellino rosso, ma le immagini mostrano qualcosa di diverso come ha raccontato alla Gazzetta l’ex arbitro Luca Marelli che per l’emittente Dazn spiega e commenta le decisioni più controverse dei direttori di gara in epoca Var: «Per me si tratta di un’espulsione sbagliata perché è vero che c’è molta velocità ed irruenza, però le gambe di Defrel sono raccolte, il contatto è basso ed oltretutto più scenografico che pericoloso in sé. Io sono più per il cartellino giallo e non per il rosso poi è difficile spiegare e far capire perché non sia intervenuto il Var anche se la scelta in questo caso è stata corretta».
L’analisi
E qui entra in gioco il famoso protocollo che disciplina gli interventi degli arbitri davanti ai monitor. Come spiega Marelli l’episodio di Cosenza-Modena non poteva essere rivalutato poiché «non è un chiaro ed evidente errore dell’arbitro essendoci la velocità molto alta ed un contatto, per quanto più appariscente che pericoloso. Inoltre lui si trovava in ottima posizione per decidere quindi per tutti questi fattori credo che la valutazione sia sbagliata, ma nemmeno io sarei intervenuto se fossi stato al Var». E proprio sul protocollo si è spesso aperto il dibattito anche ai massimi livelli, ma le linee guida sono ben chiare e di fatto mai modificate come conferma Marelli: «L’unica correzione, apportata dopo il primo anno di Var, è stata quella di aggiungere al fianco di “chiaro errore” anche la parola “evidente” nelle casistiche d’intervento. Può piacere o non piacere, è legittimo, ma gli arbitri sono tenuti a far rispettare i regolamenti ed in questo caso bisogna attenersi alla valutazione soggettiva sul campo. Se cambiassimo il protocollo aggiungendo, ad esempio, la revisione di tutte le ammonizioni vorrebbe dire che andrebbero rivisti anche tutti i falli ed anche i potenziali falli non fischiati con l’effetto che non si giocherebbe più».
L’ipotesi
Infine l’ex arbitro spiega quale differente dinamica avrebbe potuto portare ad una revisione del Var: «Se Defrel avesse preso prima il pallone e poi, nel proseguo del suo intervento, anche il giocatore pur con un contatto appariscente allora sì che sarebbe stato possibile intervenire per rivalutare tutta l’azione e, quindi, la decisione finale».