Viaggio alla scoperta di Cerwood, il parco avventura dove si può anche dormire nella casa sull’albero
A Cervarezza, nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, 27 percorsi tra i faggi per famiglie e bambini ma anche per chi desidera vivere un weekend di relax nella natura. Giorgia Coli: «Contiamo 30mila presenze l’anno»
CERVAREZZA (REGGIO EMILIA). È il parco avventura più longevo e frequentato d’Italia, con oltre 30mila presenze annuali solo sui percorsi sospesi tra gli alberi e un flusso turistico che, contando anche gli accompagnatori, arriva facilmente al doppio. Una stagione lunga, da aprile a fine ottobre, con il picco nel mese di agosto, ma con i momenti più apprezzati spesso in primavera e autunno, quando i boschi dell’Appennino si accendono di colori e il clima invita alla scoperta. Siamo a Cervarezza, nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, a quota mille metri, dove Cerwood sorge con i suoi 27 percorsi tra gli alberi, per bambini, ragazzi e adulti.
27 percorsi tra gli alberi
Un’offerta capace di coinvolgere ogni fascia d’età e ogni livello di abilità. Tra le attrazioni più amate c’è la Zip Line lunga 100 metri, un volo sospeso tra i faggi che regala adrenalina pura. «È una delle esperienze che riescono a fare tutti» racconta Giorgia Coli, che gestisce l’attività insieme al fratello Giovanni, al papà Ivano e alla mamma Loredana –. Ed è spesso la prima che si ricorda anche dopo anni». Ma Cerwood non è solo percorsi avventura. Nell’area attrezzata trovano spazio anche aree giochi attrezzate per i più piccoli, il tiro con l’arco, un minigolf, la pista tabby, go-kart rigorosamente a pedali e spazi relax e picnic con barbecue immersi nel verde. Le formule di ingresso sono flessibili: dai biglietti combinati che includono tutte le attività, a quelli dedicati a singole esperienze. Il parco è aperto a tutti, anche solo per una passeggiata: si paga solo se si decide di partecipare alle attività. A differenza di altri parchi, Cerwood non ospita eventi: l’atmosfera è quella di un bosco autentico, curato e accessibile, ma rispettato nei suoi ritmi naturali. L’area, pur essendo privata, è vissuta come un bene comune: «I miei genitori hanno acquistato il terreno su cui sorge il parco – ricorda Coli seduta dietro alla scrivania del suo ufficio – ma la nostra idea è sempre stata quella di lasciarlo aperto, fruibile, vissuto da chi ama la montagna».
Risveglio nella natura
A Cerwood c’è anche una casa sospesa a quattro metri da terra, tra faggi secolari, dove si può vivere una esperienza notturna. Si chiama “Tree house”, che in italiano significa “casa sull’albero”, ed è un piccolo rifugio di legno con la terrazza rivolta al cielo dove trascorrere una notte da giugno a settembre. Qui si viene per vivere l’incanto di un risveglio immerso nella natura, lontani dai rumori della città: solo alberi, silenzio e luce che si fa strada tra i rami. L’esperienza è pensata per coppie, famiglie e piccoli gruppi (fino a quattro persone). Si arriva nel pomeriggio, tra le 15 e le 17, quando il sole inizia a inclinarsi e il bosco cambia tono. La casetta – essenziale e accogliente – è dotata di letto matrimoniale, divano letto, Wi-Fi, bollitore e macchina del caffè. I bagni si trovano a una trentina di metri, immersi tra le fronde. Non c’è cucina, né doccia, ma c’è corrente elettrica e una regola non scritta che vale più di tutto: dentro si viene per sognare e vivere una esperienza nel bosco di notte. «Chi viene nella casa sull’albero vive davvero un’avventura — racconta Giorgia Coli, che insieme alla sua famiglia gestisce Cerwood —. I bambini sono entusiasti, ma anche gli adulti si sorprendono. Ne abbiamo la conferma la mattina, quando portiamo la colazione sulla terrazza». La colazione, infatti, è parte dell’esperienza. Si può scegliere se farla al bar del parco dalle 9.30, oppure farsela servire in terrazza, o ancora riceverla la sera prima in un cestino da picnic, per chi ama i risvegli lenti e solitari. Incluso nel soggiorno c’è anche un biglietto all inclusive per il parco: percorsi avventura tra gli alberi, tiro con l’arco, minigolf, giochi e discese Tubby per i più piccoli. Tutto senza code. E se l’adulto decide di non partecipare, può cedere il suo pass a un bambino, per prolungare il divertimento anche il giorno dopo. Ma non è solo un sogno per bambini. Per chi lo desidera, è possibile aggiungere piccoli lussi: un’apericena in terrazza, una bottiglia di Franciacorta, un mazzo di rose in camera, oppure una cena romantica servita in un cestino dalla locanda di Cerwood. A Cerwood, dormire tra gli alberi non è solo un’esperienza turistica. È un ritorno alle origini, un modo per rallentare. Da giugno a settembre, la Tree House è prenotabile scrivendo direttamente al parco. I cani sono benvenuti, l’accoglienza è semplice e genuina. Non c’è sorveglianza notturna, ma c’è tutto quello che serve per una notte indimenticabile: la quiete, il vento tra le fronde e un po’ di magia sospesa.
La storia
Cerwood ha aperto nel 2003, quando Ivano Coli, con i suoi figli tornò da un viaggio in Francia con un’idea nuova. Aveva visto un parco avventura tra gli alberi e volle portarlo anche sull’Appennino reggiano. In contemporanea, anche la guida alpina Pietro Barigazzi stava lavorando a un’idea simile. Il Comune suggerì loro di unire le forze e di visitare il vecchio Parco delle Fonti, abbandonato dopo una frana. Il luogo era perfetto: bar, ristorante, seppur fatiscenti e da ristrutturare, sorgenti sulfuree e una natura che sembrava aspettare solo di essere riscoperta. Quell’estate nacquero i primi tre percorsi, realizzati con una ditta francese. Il successo fu immediato. «Un’invasione di persone», ricorda oggi Coli, che ha una laurea in architettura e si occupa di tutte le questioni tecniche. Da quel momento la famiglia Coli ha investito anno dopo anno per ampliare, diversificare, migliorare. Nel tempo, Barigazzi ha lasciato la società, e al suo posto è entrata Loredana Notari, con una lunga esperienza nella progettazione educativa. È stato l’inizio di una nuova fase: l’
apertura al mondo scolastico , con proposte didattiche mirate, laboratori naturalistici e percorsi tematici. Tra i progetti più riusciti c’è Dedalus, un labirinto didattico nato in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano: un’esperienza che unisce gioco e conoscenza, pensata per coinvolgere alunni e docenti.Gli altri parchi
Negli ultimi anni, la crescita è proseguita anche fuori dall’Emilia Romagna. Oggi la famiglia Coli gestisce altri due parchi avventura: il JoPark, a Mantova, attivo da dieci stagioni con circa 15mila visitatori all’anno, e un nuovissimo parco aperto nel 2024 sui colli bolognesi, a soli dieci minuti dal centro città. Quest’ultimo, il Cavaioni Park, è nato grazie a un bando del Comune di Bologna, che ha affidato la gestione dell’area alla famiglia per vent’anni. L’investimento, solo per la realizzazione dei percorsi avventura, ha superato i 300mila euro. Tutti e tre i parchi sono aperti da marzo a fine ottobre e condividono lo stesso spirito: natura accessibile, esperienze educative, attenzione al rispetto del paesaggio. «Siamo cresciuti passo dopo passo, restando fedeli allo spirito iniziale: offrire alle persone un contatto autentico con la natura, sicuro e coinvolgente», sottolinea Coli. Cerwood è molto più di un parco avventura: è il luogo dove un’intuizione si è trasformata in un progetto solido e visionario, dove si viene per giocare, imparare, scoprire. O, semplicemente, per lasciarsi portare dal vento tra gli alberi.
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